ARTICOLI 2010

Sudafrica 2010 - dialogo sui Mondiali

Numero 4.2010

 

Sudafrica 2010 verrà ricordato come il Mondiale dei colori, delle eliminazioni a sorpresa e delle papere arbitrali.
É stato un torneo deludente per i nostri colori, inutile negarlo.
La Spagna si è aggiudicata il titolo perché è la squadra che ha saputo meglio cavalcare quel puledro selvaggio che è il Mondiale. È risultata la squadra con più meriti, si deve dire, ma col senno di poi, quando il dirlo è un’ovvietà.
I colpi di scena iniziano subito: Per l’Italia il puntiglio e la volontà di far bene non mancano, ma già nelle fasi di preparazione alcune cose girano storte: la forma precaria sconsiglia le convocazioni di Giuseppe Rossi, Fabio Grosso, Davide Santon. Totti si autoesclude per un gesto inconsulto nei confronti di Balotelli. Lippi, accecato, non coglie l’occasione per riprendere la situazione convocando proprio Balotelli, per la gioia delle mamme. Si aggiungono mosse infelici come la maleducata fuga da Venaria al Sestriere, la partenza da Malpensa per Johannesburg occultata a pochi tifosi. Infine appaiono i guai fisici di Pirlo, Gattuso, Buffon. Nonostante questi “segni” l’Italia gioca benino contro il Paraguay (1-1), raddrizzando una partita iniziata in salita per un madornale infortunio difensivo. Ricordo ancora la frase da me pronunciata la sera del 16 giugno dopo aver visto all’opera le 32 squadre: “finora mi sembra che i migliori siamo noi”.
Diciamo che sono stati fatti degli errori umani, dipesi da circostanze tecniche, ambientali, psicologiche. In ogni caso, l’errore umano appartiene al gesto sportivo.
L’unico fattore, non strutturale, secondo me imputabile, riguarda… “la rotondità della palla”. Un torneo mondiale è caratterizzato da una serie di momenti decisivi che andrebbero affrontati in un clima di giusta tensione all’interno del gruppo, pena l’incremento della possibilità di errore. Faccio un esempio: rivedendo Slovacchia-Italia, al 75’ si nota l’appoggio di Chiellini effettuato con leggerezza verso Marchetti, e l’intervento altrettanto affannoso del portiere che manda la palla in fallo laterale, dalla cui rimessa si determina il gol del 3-1. Il tutto mi ha ricordato il simpatico film “Sliding doors”, – ve lo ricordate? – , in cui si evidenzia come un banale “disguido” possa far deviare il corso di un’esistenza. L’insegnamento è che nulla va lasciato al caso. Il caso non è eliminabile, però è limitabile. Questo si ottiene con la responsabilità e l’applicazione. Occorre in pratica adoperarsi per rendere la palla più “quadrata” possibile. Questo a me sembra non sia stato fatto in Sudafrica. Il credo della ‘sfera’ che diventa ‘dado’, che poi ti può dare quasi sempre “sei”, appartiene all’Arrigo Sacchi del mondiale statunitense del ’94, dove peraltro mai l’Italia avrebbe raggiunto la finale senza la classe di Baggio, l’unico uomo fuori dagli schemi di Sacchi e suo salvatore.
Nella finale di Suadfrica 2010 troviamo di fronte Olanda e Spagna. Nel primo tempo si assiste a una lunga fase di studio in cui emerge l’inferiorità tecnica degli Orange che ricorrono a una serie di falli. Nella ripresa la partita si apre. La superiorità di manovra spagnola si accresce, tuttavia Robben viene liberato al tiro ben tre volte (45’, 62’, 83’) ma spreca, fermato da Casillas (deviazione in corner, parata di piede, uscita sui piedi). Nei supplementari la Spagna ha più birra, il destino inizia ad abbandonare l’Olanda, Heitinga si fa espellere, infine al 116’ Iniesta insacca il definitivo 1-0. La Spagna è campione.
Considerazioni tecniche. La continuità tra Germania 2006 e Sudafrica 2010 è rilevabile. Le attese stelle, come accadde quattro prima, non hanno brillato. Kakà ha fallito il secondo mondiale consecutivo, con lui Rooney e Cristiano Ronaldo; Messi è risultato funambolico, mai decisivo; Sneijder e Robben nella finale non hanno saputo incidere; lo stesso Torres non è stato impiegato. Sono mancati i veri leader. In una squadra di calcio moderna la qualità media dei giocatori deve essere elevata ma con bassa varianza. I picchi di alta classe da qualche stagione non determinano le vittorie nei tornei a forte intensità e competitività. Dunque, nel 2010, come nel 2006, ha vinto il “gruppo”, ha vinto la fame, la coesione. Non ha vinto lo strapotere di una squadra, o il virtuosismo di un singolo giocatore. Ma è stata la manovra, il collettivo della Spagna ad aver vinto: un grande portiere come Casillas, con la squadra unita davanti a manovrare. La Spagna ha fatto pochi gol, 8 in totale, di cui solo 4 nelle ultime quattro gare vinte per 1-0, in cui hanno segnato Villa (2), Puyol e Iniesta. A conferma che gli attaccanti di ruolo sono una specie sempre più in estinzione. Altre analogie con i campioni di quattro anni fa sono: i pochi gol incassati (solo 2, addirittura zero nelle ultime quattro gare); la supremazia mai schiacciante ma graduale; inoltre la Spagna ha eliminato la non irresistibile Germania in semifinale e ha superato nella finale la squadra che aveva eliminato il Brasile due turni prima.
Nel 2010, come nel 2006, ci sono stati diversi errori arbitrali, pure determinanti, ma tutti in buona fede, mentre le sudditanze psicologiche sembrano un ricordo, fortunatamente, dal mondiale di KoreaJapan del 2002. Nel complesso le squadre sono state ben tutelate dal punto di vista arbitrale.
Tornando a noi, dobbiamo riflettere. Un fatto è sintomatico: le partite trasmesse in TV hanno fatto registrare audience altissimi in Italia. Significa che le sensazioni e i colori del mondiale sudafricano sono stati apprezzati. Significa anche che la passione per il calcio è forte, autentica e incontenibile. Il calcio è anche un gioco, ma non uno scherzo, è una cosa seria, serissima, perbacco! A cui gli Italiani tengono. La storia del calcio nazionale scritta fino ad ora ci lusinga. La storia continua con alti e bassi. Non si può sempre vincere, bisogna considerare gli altri. Però ora occorre raddrizzare la storia del nostro calcio. 

Walter Visconti

 

Concerto d’Autunno 2010

Numero 5.2010

 

Diciannovesima edizione del Concerto d’Autunno, sabato 16 ottobre nella Chiesa parrocchiale, a chiusura degli eventi della Sagra di Gessate 2010. La chiesa è gremitissima, sono presenti più di mille persone per ascoltare la Corale Ss Pietro e Paolo in formazione completa.

Nella prima parte i tre brani di apertura sono di Mozart. Come di consueto l’inizio è riservato a un’esecuzione orchestrale (quest’anno l’Ouverture da “Il flauto Magico”), per preparare il pubblico all’entrata in scena della Corale, che avviene col secondo pezzo: ‘Laudate dominum’ tratto da “Vesperae solemnis de confessore”. Il terzo brano è un gioiello: la “Spatzen messe KV 220”, cioè ‘Messa dei passeri’, già cantato dalla Corale il 4 luglio di un anno fa in uno dei più prestigiosi teatri di Vienna, il Konzerthouse, esperienza indimenticabile e vanto supremo. Come secondo autore per la parte di musica sacra troviamo Handel, con quattro passi tratti dal “Messiah”; anche qui, prima ascoltiamo l’Ouverture per sola orchestra, poi, altri tre brani in cui la Corale ha modo di esprimersi sia in difficili fraseggi tra le sue voci, sia dialogando con l’orchestra.

La seconda parte, dedicata alla musica sinfonica, prevede arie di Verdi e di Boito. L’inizio è riservato alla notissima Sinfonia da “I vespri siciliani” con la trascendente melodia trionfale, che dapprima culla l’auditorio, per poi sospingerlo in un vortice di fremiti gloriosi. Ed ecco la Corale esprimersi nella sua completezza nel brano ‘Gerusalem’ da “I Lombardi alla prima crociata” e, a seguire, nel sussurrato ‘Gli arredi festivi’ dal “Nabucco”. Così il pubblico ha modo di gustarsi appieno il suo impareggiabile Verdi. Per terminare: Arrigo Boito col “Mefistofele”, di cui vengono proposti ‘Prologo’ ed ‘Epilogo’. Con scelta originale gli strumenti a fiato (tromba, trombone, basso tuba) vengono suonati sulla balconata alle spalle del pubblico a creare una stereofonia accentuata. Offerta fuori programma: Costante Ronchi si lancia a dirigere l’orchestra Gaetano Donizetti (che nulla ha da invidiare ai Wiener - sostiene) nella trascinante Radetzky Marsch, ottimamente eseguita, accompagnata dal tradizionale battimani del pubblico. Immancabile bonus a chiusura della serata, l’Hallelujah dal “Messiah” di Handel. Arrivederci.

Walter Visconti

 

Christmas in the world

Numero 5.2010

Per molte persone il Natale  non è solo una festa di commemorazione per la nascita di Gesù bambino, ma è anche un’occasione per rivedere amici lontani, parenti, fare ricche abbuffate e i bambini aspettano l’arrivo di Babbo Natale: questo per grandi e piccini, significa ricevere regali.

Nel periodo antistante il Natale che continua fino all’Epifania le gente è abituata ad allestire un bell’albero di Natale, ornato di palline, luci e ghirlande con in punta una stella cometa o un puntale. In memoria della nascita di Gesù nelle case è di tradizione fare un bel presepe.

Un altro aspetto del Natale sono gli acquisti: per gli adulti è un momento di shopping sfrenato. Per le grosse cene tra parenti e amici, la gente compra molti dolci natalizi quali pandoro, panettone, biscotti, torrone e tronchetto.

Nei periodi natalizi la scuola sospende le sue lezioni!!!!!!!!!
La notte di Natale molti bambini piccoli aspettano con impazienza il momento del risveglio quando, sotto l’albero, riescono ad intravedere i loro amati regali e, con una rapidità incredibile, li scartano.
Un’altra festa importante è l’Epifania, dove i bambini ricevono altri regali dalla Befana, una vecchietta che va in giro su una scopa portando dolcetti ai bimbi buoni e carbone a quelli cattivi.
Gli adulti, secondo noi, sono troppo impegnati a preparare il Natale e quindi non riescono a viverne del tutto le magia perciò consigliamo loro di fermarsi un attimo a godersi il calore della famiglia che, a Natale, è sempre più forte. Per noi ragazzi il Natale è un periodo di relax dagli impegni scolastici. Molti di noi vanno a svagarsi all’oratorio, che offre una miriade di giochi e di attività, non solo spirituali. C’è invece chi preferisce sciare su montagne innevate o concedersi una vacanza dove preferisce.

La magia del Natale influenza tutto il mondo, dall’Italia alla Nuova Zelanda.
In Trentino Alto Adige San Nicola va a bussare in tutte le case per portare regali ai bambini buoni, mentre i marahones, “mostri” che sono impersonati dai ragazzi del paese mascherati, secondo la leggenda fanno scherzi e spaventano i bambini cattivi. In Veneto anche il 6 dicembre viene festeggiato con entusiasmo: San Nicola porta, oltre che regali, dei dolci per i bambini che cantano canzoncine in dialetto.
Negli Stati Uniti si hanno pressappoco le stesse tradizioni italiane, con Santa Claus che indossa un abito rosso, suona il piffero, e ha una slitta e tante renne.
In Washington D.C., un albero enorme viene esposto cerimoniosamente e, quando Obama pigia un bottone ed accende le luci dell’albero, tutta la zona viene invasa da gioia e felicità. In America, la cena di Natale tradizionale è costituita da un tacchino arrosto con vegetali e salse. Per dolce si usa mangiare la christmas cake.
In Australia, per il fatto che è nell’emisfero australe, il Natale cade in estate, per cui molte persone usano trascorrerlo al mare. La macedonia di frutta è sempre presente sulle tavole di festa australiane e conclude il pranzo del 25.
In Russia e Scandinavia la tradizione vuole che una vecchietta chiamata nonna Babouscka, dopo aver saputo che era nato Gesù Cristo, sia andata in tutte le parti del mondo a portare doni a tutti bambini. Si dice che ancora oggi sia in viaggio per cercare Gesù. Nel frattempo i bambini russi e scandinavi aspettano, la notte di Natale, Nonno Gelo, il loro Babbo Natale.
In Africa le famiglie si riuniscono attorno agli anziani, e tutti i conoscenti, senza far distinzione tra i culti, sono invitati a partecipare alla cena della vigilia. In quella sera, vige infatti l’abitudine di lasciare aperto l’uscio di casa per far sì che chiunque si senta il benvenuto. La tradizione vuole che ci si scambi regali, spesso consistenti in cibi sia crudi sia cotti. Oltre ai doni alimentari, corre l’uso di donar vestiti, specie se i destinatari sono dei bambini. Nei giorni che precedono il Natale sono le ragazze che vanno di casa in casa, ballando e cantando accompagnate da tamburi.
In Asia la festa più importante del lunario cinese è il Capodanno, che cade intorno al 28 gennaio del calendario solare. I festeggiamenti durano una settimana e comportano vari fuochi, scambi di doni e riti propiziatori che coinvolgono soprattutto i bambini, i quali affidano al nuovo anno i migliori propositi mettendo sotto il cuscino un sacchettino rosso.
DA EST A OVEST IL NATALE È SEMPRE LO STESSO      

Articolo tratto da “L’ECO DELLO STUDENTE”, n° 2 di febbraio 2010, periodico della scuola secondaria di Gessate a cura degli allievi del laboratorio

Filippo Ronchi
Fabio Saracino
Jacopo Fossen

 

Università e ricerca - La riforma Gelmini

Numero 5-2010

Da qualche tempo è caos nelle università italiane. I tagli voluti dal ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini, si stanno abbattendo sugli atenei, che non sembrano più in grado di gestire la situazione. Lezioni ed appelli sospesi, cattedre vacanti e studenti che rischiano di non laurearsi nei tempi stabiliti. Una condizione comune da Nord a Sud, e che rende difficile pensare ad un futuro positivo per l’università italiana.

I ricercatori si stanno mobilitando per difendere la dignità dell’Università, fortemente messa in discussione dai sempre più pesanti tagli. I ricercatori, in prima persona, sono toccati da questi tagli che portano alla chiusura di ogni concorso, precludendo la possibilità di carriera ai numerosi cervelli meritevoli presenti nei vari Atenei. La protesta dei ricercatori si concretizzerà nell’astensione dai compiti didattici sino ad ora svolti al di là del proprio ruolo accademico, sospendendo l’insegnamento e l’assistenza nello svolgimento degli esami e nella compilazione delle tesi di laurea. Alcuni Professori inoltre si stanno impegnando a non coprire gli incarichi vacanti.

I ricercatori sono stati usati come docenti a basso costo, impedendo loro, oberati da carichi didattici, di svolgere il proprio lavoro di ricerca. Un ricercatore ha come primo compito quello di fare ricerca. Le loro difficoltà a fare ricerca derivano, inoltre dalla mancanza dei fondi necessari. La protesta dei ricercatori è un aspetto di una protesta unitaria e diffusa dell’Università.

Come da tradizione, nella storia della scuola italiana, anche questa riforma, è stata seguita da un lungo strascico di polemiche, condite da proteste parlamentari, scioperi e agitazioni di piazza.

Notizia degli ultimi giorni, lo stanziamento di un miliardo per l’università grazie all’emendamento al ddl stabilità.
“Ci sarà un miliardo per l’università”. Questo l’annuncio del ministro Giulio Tremonti, ricordando appunto un emendamento presentato dai finiani: “270 milioni per l’università. Noi abbiamo risorse, o comunque il fabbisogno è di un miliardo. Quindi perché fare meno: penso che nell’emendamento ci sarà un miliardo per l’università”.
Il nuovo emendamento garantirà dunque più risorse per gli atenei che potranno cosi cercare di far fronte ad una crisi che sta seriamente mettendo in ginocchio l’attività formativa del Paese.

Nonostante le rassicurazioni di Tremonti, tuttavia, non si fermano le proteste di studenti, ricercatori, docenti universitari nelle piazze e negli atenei italiani. Le nuove dichiarazioni della Gelmini e l’ipotesi chiusura di alcuni atenei dettata dalle regole assurde della Riforma dell’Università, potrebbero gettare, ancor di più se possibile, benzina sul fuoco della protesta, spingendo anche molti rettori, che finora si erano tenuti alla larga dall’esprimere qualsiasi opinione sulla riforma dell’università della Gelmini, a “scendere in campo”.
Pare dunque che l’autunno caldo dell’università italiana non sia ancora concluso, anzi.

Milano 17-11-2010
Simona Quadri

 

Gruppo Artisti Gessatesi alla Sagra 2010 Il livello si alza
Numero 5.2010

Ennesima rassegna del Gruppo Artisti Gessatesi domenica 3 ottobre 2010, in occasione della Sagra. Il Gruppo, ormai affermato e in continua ascesa, come associati, opere e produzioni, è ormai una splendida realtà culturale. Le accoglienti sale dello “Stalun” rimangono la sede ideale per le esposizioni: anche se un po’ defilata la struttura è tuttavia vicinissima al centro storico di piazza Roma. Per il pubblico la deviazione è d’obbligo, o il mattino dopo la messa, o nelle ore del pomeriggio dopo le coreografiche manifestazioni della sfilata e della corsa del palio.
Gli espositori presenti in questa rassegna sono quattordici. Dedico un breve tracciato a ognuno di loro corredandolo con le immagini di alcune opere esposte.

  1. Claudia Brambilla Lei dice di essere alle prime armi, ma non sembrerebbe. Predilige il tema paesaggistico. Le piace emulare gli impressionisti francesi, e ci riesce bene. Grande sicurezza e delicatezza nei colori. Olio su tela con pennello e spatola. Risulterà in seguito la vincitrice del concorso abbinato alla mostra “Dipingo una poesia”.

  2. Valeria Perversi, pittrice e decoratrice, creatrice di immagini e situazioni propositive. I suoi dipinti appaiono come insiemi di concetti che domandano spazio e riflessione, senza pretese abnormi, però sospingono il pensiero, lo educano allo sviluppo, talvolta lo sconcertano inducendolo a una prova impegnativa. La tecnica è solitamente acrilico o vernice all’acqua su legno. Stile alquanto deciso e affermato. Molteplici i riconoscimenti. www.valeriaperversi.it

  3. Iwona Potrac Paesaggi e luoghi idilliaci, frutti di ricordi e passioni, si concentrano nei suoi tocchi leggeri come un soffio di vento. Le piace raffigurare l’anima della natura. Villaggi, boschi, fiori. L’incanto della campagna si sviluppa nel chiarore soffuso dalla tenue luce di colori delicati. Prevalenza di acquerello.

  4. Elisa Frigerio Ricerca senza fine. Tentativi continui di tradurre e comunicare emozioni. Pittura che esprime esuberanza e continuità di accostamenti, tonalità, forme, movimenti, in continua evoluzione. Talvolta i risultati degli studi comunicano sensi di incompiutezza, di cui è sempre imputabile la ricerca. La pittura astratta è rilancio di un mondo in una visione personale, un modo per offrire opportunità di scoperta. Lungo il suo curriculum espositivo in mostre personali e collettive.

  5. Vincenzo Corti Sempre produttivo e vivace nel suo inconfondibile stile manieristico, dedito principalmente a raffigurare la natura. Le rappresentazioni dei paesaggi sono rigorose e in esse colpiscono il perfetto utilizzo dei chiaroscuri e la ricchezza di particolari nello studio. Si intravedono tracce di romanticismo. Olio su tela.

  6. Leontina Dala Rara e particolare interprete e traduttrice dell’Arte di Gobelin. È la magia del quadro celebre che si materializza attraverso uno schizzo che riproduce il disegno originale su una tela ricamata a mano. Il procedimento di tessitura è lo stesso utilizzato per la realizzazione degli arazzi, e prende il nome dallo storico laboratorio francese “Manufacture des Gobelines”. Nelle riproduzioni di dimensioni ridotte è fondamentale la manualità e la scelta dei colori dei filati. Gli effetti sono sorprendenti.

  7. Roberto Villa Conoscenza ormai compiuta e affermata nel panorama pittorico del borgo gessatese. La sua produzione è assidua e richiesta. Sviluppa temi di tutti i generi: ritratti, paesaggi, interni, animali, nature morte. Usa colori dai toni decisi ed è attento interprete del gusto popolare. Pittura classica. Olio su tela.

  8. Marta Ferroni Espone tavole ispirate al film “Sogni” di Kurosawa. Dona impressioni di figure scandite da tratti lievi e precisi, coinvolte da colori tenui e delicati, nel rispetto di una regola e di uno stile coerente, ricercato. Una solista espressiva, dai tocchi lievi e precisi. Sembra che lacrime si sciolgano sulle opere amatissime. È l’autrice del Palio 2010.

  9. Antonio Brambilla È lo scultore di opere lignee in bassorilievo. Notevolissima quella esposta che emula “Il Quarto Stato”. Di primissima levatura il modulo d’incisione adottato. La purezza dell’intaglio scultoreo prefigura a un’ambitissima evoluzione della sua opera.

  10. Manuela Bianchi Giovane pittrice autodidatta, in attesa di definire il proprio stile, si pronuncia per ora in riproduzioni di opere di autori celebri, quali il Caravaggio o i pittori fiamminghi. Visto il risultato ottenuto con la divina copia de “La ragazza dall’orecchino di perla”, direi che i presupposti sono ottimi.

  11. Mariangela Mineo Opere ben sintonizzate con un contenuto di elementi e di tecnica elevati. Evidenti sforzi di conquista di uno spazio proprio. La donna come tema preferito. Lascia intravedere rituali di seduzione. Incisività e plasticità di immagini in movimento. È una pittrice affermata, avendo partecipato a varie rassegne e concorsi. Hanno scritto di lei i critici: Fusi, Pelati, Valentini, Valerio. Olio su tela e carboncino.

  12. Luisa Necchi Ceramista e pittrice affermata, con opere di qualità eccelsa. Lo splendore della porcellana dipinta rappresenta per lei un sogno infinito, da rincorrere sempre. Perfezione produttiva e tecnica raffinata. Dipinti classici. Le colorazioni calde, dalle tonalità uniche, sono ottenute tramite particolari tecniche di cottura. L’incisività ottenuta con la pittura su porcellana è davvero eccezionale.

  13. Oscar Visconti Pittore di sicuro impegno e stile personale. Ama ritrarre scene di ispirazione liberatoria e dai contenuti fantastici, di incitamento al sogno. Si manifesta con tratti decisi, colori forti e scanditi, senza tralasciare sottili segnalazioni e contenuti sottintesi. Si direbbero quadri pensanti. La presenza della donna è costante, suggerita nelle molteplici condizioni e forme. La visione dei suoi quadri cattura, così da renderne difficile il commiato. Impressionista figurativo.

  14. Enzo Leoni Spazia dai paesaggi del territorio a lui familiare alle sperimentazioni più diverse. Ultimamente si cimenta in prove di astrattismo. L’ispirazione talvolta è un nulla che prende forma per incanto. Dopo periodi di inattività ha ripreso con solerzia la produzione. Ha uno stile velato e intenso, didascalico, usa colorazioni morbide, pastose. I suoi dipinti appaiono illuminati da un’aureola avvolgente.

«Non dimentichiamo la eccezionale bravura di tutti i componenti del Gruppo Artisti Gessatesi, autori che “fanno e spaziano” in cose diverse e hanno molto da offrire a chi guarda con attenzione». Con queste parole Valeria Perversi intende sottolineare la valenza e l’ampiezza dei contenuti della proposta artistica dell’Associazione di cui è vice presidente.
Si possono citare:
Luisa Necchi ha partecipato a numerose mostre ottenendo diversi premi, alla XI  edizione della  “Convention Azzurra” tenutasi  a Palazzo Gallio - Gravedona (Co) lo scorso maggio 2010,  ha ottenuto un ulteriore riconoscimento.
Roberto Cristina Reggiani e Vincenzo Corti hanno partecipato ad esposizioni con i Pittori di Via Bagutta.
Mariangela Mineo è affermata e ha molti riconoscimenti al suo attivo. Con lei, Luisa Frigerio, Iwona Potrac, Roberto Villa, la stessa Luisa Necchi e la stessa Valeria Perversi hanno partecipato a due rassegne di MArteSana a Villa Castelbarco.
Oscar Visconti, pittore figurativo impressionista, ha esposto alla Galleria d’Arte Modigliani a Milano, con presentazione critica dello scultore Romano Pelati.
Roberto Villa è il pittore più ‘presente’ e ‘richiesto’ a Gessate.
Rita Moretti, gessatese doc, pittrice da sempre, scultrice di statuine in cartapesta per i carri del carnevale e la sagra del paese.
Valeria Perversi: una sua opera, scelta tra moltissime pervenute ai curatori della mostra, è stata esposta a Rovereto in località Colle di Miravalle presso il Monumento della Campana dei Caduti nell’ambito dell’importante mostra HUMAN RIGHTS tenutasi dal 18/9 al 17/10/2010 imperniata sul tema dei diritti umani e che ha raccolto opere di artisti da tutto il mondo.
Walter Visconti

 

Percorso nella Sagra 2010

Numero 5.2010

La Manifestazione Storica del sabato sera (2 ottobre)
La novità di quest’anno sta nell’originale ambientazione sul verde prato dei giardini di Villa Daccò. Ed è anche un felice ritorno al Bonesana, si direbbe “ il più amato dai Gessatesi”. La rappresentazione in notturna è impostata in forma “modulare”. I molteplici palcoscenici naturali allestiti in punti diversi del vasto spiazzo sono la scelta vincente. Il pubblico, disposto a semicerchio, vi assiste numeroso provando gioiose sensazioni all’accendersi delle diverse scenografie.
La parte introduttiva si recita sulla suggestiva collinetta dell’albero gigantesco, con l’aureola dalle austere sagome dei tronchi illuminati dai riflettori.
La lettura finale della sentenza avviene al centro del prato, contornato dal popolo ansioso. I costumi sono ricchi, gli ambienti ricreati con cura. La recita è si dimostra incisiva e piacevole. Il pubblico riconoscente applaude soddisfatto.
Alla fine l’offerta di “pan gialt e lac” risulta gradita a mitigare i brividi indotti dall’aria frizzante della sera.

La messa domenicale al mattino (3 ottobre)
Nella mattina di domenica 3 ottobre, nel giorno della Madonna del Rosario, assisto alla messa solenne che si tiene nella gremita Chiesa parrocchiale dei Ss Pietro e Paolo. C’è attesa per il momento della benedizione del palio, come per l’omelia di padre Eugenio Brambilla, gradito ospite dalla diocesi milanese, di cui riporto alcuni passi: «La Madonna del Rosario è la “Madonna della Vittoria”, la vittoria dei Cristiani contro i Musulmani nella Battaglia navale di Lepanto del 1571. È la festa in cui Maria diventa nostra madre, di questo tempo, di questo mondo. Abbiamo bisogno dell’aiuto di Maria per credere. Una preghiera semplice: il rosario. Un auspicio: che la nostra comunità possa incamminarsi su percorsi di conoscenza! Maria ci aiuta a vincere la paura. Ci chiede di svegliarci. Ci insegna una testimonianza quotidiana e continua di forza».

Va detto che quando c’è la Corale, la messa è diversa. Oggi è presente anche il Coro Primavera ad ampliare l’offerta canora donando freschezza e fluidità alle sequenze. L’attesa per i brani cantati è palpabile. Quale sarà il Sanctus? Poi ci sono gli stratosferici “Amen”, elargiti in conclusione alla messa, attimi autentici di brivido e passione. Compiuto l’atto benedetto, ecco un dono tanto atteso: un preludio di note sommesse evoca una struggente melodia, tra il pianto incontenibile dei presenti: “La Madonna Nera di Czestochowa”, con cui la Corale dà l’arrivederci all’ormai vicino Concerto d’Autunno.
 

Per le vie del borgo nella domenica pomeriggio (3 ottobre)
Nel pomeriggio clemente, per una volta senza pioggia, alle 15:00, via Badia s’affolla per incanto d’un popolo in attesa della Sfilata Storica in costumi d’epoca. Avanti il palio con le ancelle, a seguire prima le coppie in abiti nobiliari, poi i protagonisti della vicenda del Bonesana, poi la gente in armi, infine i popolani a chiudere il corteo. A dare novità, quest’anno è la scelta indovinata del Paolo Leoni di scandire col megafono a piena voce, le fasi della sfilata, fatti, luoghi, note sui costumi e sulla contesa del Palio del Pane, gara che viene disputata subito a seguire. La gente s’aiuta sentita e commossa d’avere tanto garbo e tanta parte, in una simile piccola città. Ma questo può la voglia e la costanza, ed altro. Dopo l’esibizione degli Sbandieratori, arriva il ‘rompete le righe’ e tutti s’affollano nel parco della Villa per un breve riposo e un assaggio generoso di “Pan gialt e lac”. Poi si passa dal giardino alla Sala Matrimoni dove si ammira una ricca Mostra fotografica. Finalmente, tornati in via Badia, si va a passeggio lungo il viale a sbirciare le Bancarelle degli Hobbisti, verso piazza Roma, ove attendono altri eventi di notevole richiamo. Il visitatore incuriosito trova infatti la piazza ricolma di messaggi d’arte, cultura e amore. Notevoli le dimostrazioni di sapienza e maestria degli Antichi mestieri: il calligrafo, il fabbro, il tessitore e altri protagonisti del passato: autentici “filosofi” delle arti perdute.

In posizione attigua, all’interno della Chiesa dell’Addolorata, al visitatore si offre l’imperdibile opportunità di ammirare la mostra, ricca ed esaustiva, dedicata allo splendido portale della cattedrale di Santiago De Compostela denominato “Portico della Gloria” e alla sua storia quasi millenaria.

Una deviazione è d’obbligo per visitare la mostra di pittura organizzata dal Gruppo Artisti Gessatesi (di cui parliamo a parte) nei saloni dello Stalun, una struttura ampia ed accogliente situata a pochi metri da piazza Roma, in via Cittadella 14. 

Walter Visconti