ARTICOLI 2008 - 1° SEM - Giulia Beccaria-Alessandro Manzoni

 

Verso la Nuova Manifestazione Storica
Personaggi illustri a Gessate

Numero 1-2   2008

Giulia Beccaria (cronologia)

21 luglio 1762 – Nasce Giulia Beccaria, figlia di Cesare e di Teresa De Blasco, nel palazzo di via Brera 6. L’infanzia e la giovinezza risentiranno del periodo dei “lumi”. La madre Teresa non è granché interessata alla bimba.
1766 novembre – Pietro Verri conduce con sé il fratello Giovanni a Gessate, dove sono ospiti dei Beccaria. In quei giorni il diciannovenne Verri ha occasione di vedere per la prima volta la piccola Giulia dai capelli rossi e gli occhi grigio verde. 1768 – Giulia osserva con curiosità ciò che avviene intorno a lei. La zia Maddalena è sposata con il cavaliere Giulio Cesare Isimbardi, tuttavia mantiene una relazione con l’amico di papà Pietro Verri. Giulia recepisce che Pietro è amico del padre, stimato dal nonno, intimo della zia, e nell’inconscio conclude: “Ogni dama di rango è sposata con un marito e si accompagna a un cavalier servente”.
18 febbraio 1770 – Mozart suona alla presenza della nobiltà milanese tra cui i Beccaria e i Verri. È possibile che la piccola Giulia abbia assistito alla vestizione della madre in occasione dell’evento e ne sia rimasta estasiata.
14 marzo 1774 – Muore la mamma di Giulia, Tersa De Blasco, a soli 29 anni, di sifilide.
1774 giugno – Giulia viene mandata nel collegio milanese annesso al convento di San Paolo.
1780 luglio –  Le monache informano Cesare che l’educazione di Giulia è completata. Giulia torna in famiglia probabilmente in occasione della villeggiatura autunnale a Gessate.
1781-1782 – Giulia partecipa ai ritrovi in casa Verri organizzati da Giovanni, con Giuseppe Gorani e altri rampolli (le ragazze Incisa, i fratelli Arese, le sorelle Imbonati). Giovanni Verri ne rimane estasiato. È un fine conversatore. Lei ha 19 anni, lui 36. Lei si innamora dello sfaccendato cadetto.
1782 febbraio – Nubi si addensano sul capo dell’ignara Giulia. Cesare Beccaria e Pietro Verri avviano una trattativa con Pietro Manzoni per la “sistemazione” di Giulia, per motivi diversi: “Cesare per non avere preoccupazioni, Pietro per difendere l’integrità del patrimonio”. Le nozze appaiono urgenti per evitare il pericolo che Giulia procrei un figlio da nubile, disonorando sia i Beccaria sia i Verri.
20 ottobre 1782 – Si celebrano le “nozze disuguali” tra Giulia e Pietro Manzoni nella cappella privata del palazzo Beccaria. Nessun parente della sposa è presente. La cerimonia è avvilente. Ma c’è un lato positivo, – fa notare la Boneschi: “Giulia passa dalla condizione di figlia imbarazzante a quella di signora e padrona di casa. Ora può ripercorrere la strada delle grandi dame milanesi”.
1783-1784 – La convivenza tra Giulia e Pietro Manzoni va subito in crisi. Lei ha l’animo aperto, ambizioso, esuberante. Lui è timido, pauroso, succube. Non c’è nulla che li leghi. Giulia mantiene la relazione con Giovanni Verri. Lui l’ha sempre nel cuore, però è un libertino, è fragile. Ha un legame con un’altra donna.
1784 settembre – Giulia è in stato di gravidanza. Le illazioni si sprecano.
7 marzo 1785 – Nasce Alessandro Manzoni nella casa di San Damiano. Viene “spedito a balia” in una località presso Lecco, non distante dalle proprietà dei Manzoni.
1791 marzo – Giulia è decisa a chiedere la separazione da Pietro Manzoni. La sua è una battaglia per la dignità e l’indipendenza, non certo per la convenienza.
1791 – Giulia è sola, abbandonata da Giovanni Verri, ma per la sua simpatia e vitalità è sempre al centro di conoscenze che la riabilitano. Matura un sentimento tra Giulia Beccaria e Carlo Imbonati, uomo aperto e generoso.
23 febbraio 1792 – I coniugi Manzoni giungono ad un accordo per la separazione. Giulia pretende solo chiarezza e puntualità nei pagamenti.
1793 gennaio – Giulia e Carlo Imbonati condividono idee politiche, filosofie, sentimenti, ideali.
1796 autunno – “Giulia e Carlo si allontanano da Milano per un primo viaggio a Parigi. Al ritorno, Giulia vive con Carlo nel palazzo Imbonati, in contrada del Marino. Nel successivo decennio, Giulia sarà poco presente a Milano.
9 luglio 1797 – Il ciclone napoleonico investe Milano. Si celebra la festa per la Costituzione della Repubblica Cisalpina nell’area dell’ex Lazzaretto. Giulia è lì perché “sente” la storia. Piange per la commozione. Nel suo cuore si accavallano pensieri di fierezza (ora ha un amore, una casa, una patria).
1800 – Giulia e Carlo vivono in Francia dove si sentono liberi. Qui conoscono una coppia altrettanto affiatata: Sophie de Condorcet e Claude Fauriel.
1805 inizi – Carlo Imbonati è malato: sente avvicinarsi la fine. Con somma intuizione, suggerisce a Giulia di invitare a Parigi il figlio Alessandro. Vuole conoscerlo e ricongiungerlo alla madre.
15 marzo 1805 – Muore Carlo Imbonati. A Milano viene aperto il testamento che fa la fortuna di Giulia, essendo nominata unica erede di un immenso patrimonio.
1805 luglio – Alessandro Manzoni parte per Parigi. Riabbraccia la madre e subito tra i due nasce un’intesa bellissima.
1806-1808 – Tra madre e figlio si sviluppa un tranquillo menage, che è come un idillio, una seconda vita per entrambi.
1807 settembre – Giulia nota certe manifestazioni di disagio del figlio Alessandro. Intreccia i fili di un progetto matrimoniale per lui. Si tratta della sedicenne Henriette Blondel, di famiglia ricca, calvinista. I due giovani si incontrano, si piacciono e in breve si sposano.
1808 maggio – La famiglia Manzoni vive a Brusuglio. Alessandro, con Enrichetta e la madre Giulia, si sente felice, non può desiderare altro. “Ha ottenuto una moglie senza perdere la madre” – osserva la Boneschi.
1808 giugno – Il richiamo di Parigi è forte. La famiglia Manzoni riparte. Trascorre gran parte dell’estate alla Maisonette con Sophie de Condorcet e Claude Fauriel. Alessandro vive di letteratura. Giulia vive di conversazioni. Madre e figlio finora snobbano la religione. 1810 – Enrichetta e Alessandro si risposano con rito cattolico. Enrichetta si converte al cattolicesimo. Sulla scia, anche Alessandro e la madre abbracciano un futuro di devozione.
1813 fine – I Manzoni acquistano un palazzetto in Contrada Morone a Milano. “Giulia vuole dedicare tutta sé stessa al successo del genio di Alessandro”.
14 settembre 1819 – Giulia coordina un nuovo viaggio a Parigi, voluto da Alessandro per “allargare gli orizzonti”. Si muove una carovana di undici persone.
1820 febbraio – La vita a Parigi si rivela più costosa del previsto. 1820 luglio – La carovana Manzoni riparte per Brusuglio.
1821 – Alessandro è in piena fase creativa. Il fertile periodo parigino dà i suoi frutti. Inizia la stesura del romanzo storico che diverrà poi “I Promessi sposi”.
15 giugno 1827 – “I promessi sposi - Storia milanese del XVII secolo” viene dato alle stampe. Il pubblico l’accoglie con entusiasmo. Manzoni ora pensa a una revisione linguistica, e perciò vuole recarsi in Toscana dove si parla l’italiano più pulito della penisola. Giulia predispone l’ennesima carovana per spostare la famiglia. I patrimoni Imbonati, Blondel e Manzoni sono quasi prosciugati.
1827 agosto – A Firenze, Alessandro vive intensamente incontri e iniziative con numerosi letterati. Giulia Beccaria soffre di angosce. Ha nostalgia di Milano.
1828 maggio – Inizia una fase discendente. I Manzoni sono a Brusuglio. Unica compagna: la tristezza.
1829 ottobre – Giulia è depressa. “Mentre Enrichetta vede la luce divina oltre l’esistenza, lei è diffidente in proposito”.
1831 maggio – Il cadetto Massimo D’Azeglio pianifica cinicamente di diventare cognato di Alessandro Manzoni sposando la primogenita Giulietta. Giulia si schiera a favore di Massimo per convincere la nipote a sposarlo. Si forma così una coppia “sbagliata”, tra una donna spontanea e un opportunista.
25 dicembre 1833 – Nel giorno di Natale, l’angelica Enrichetta se ne va al cielo, e lascia una voragine. La Boneschi tratteggia: “È una di quelle donne indispensabili che non si fanno notare”. Alessandro, Giulia e i figli sono nella disperazione. I Beccaria se ne prendono cura ospitandoli prima in via Brera e poi a Gessate.
20 settembre 1834 – Muore Giulietta Manzoni, maritata a Massimo D’Azeglio. Poco dopo, Giulia viene a sapere che Massimo la tradiva da tempo con Luisa Maumary. Ora capisce i patimenti di Giulietta. È furibonda. È stata giocata dal bellimbusto.
1836 – Giulia Beccaria è preoccupata per il futuro del figlio e dei nipoti che non vede come potranno rimanere soli senza di lei. Alessandro ha bisogno di sostegno, di compagnia. Giulia decide di procurargli una compagna. Ne parla con amici. Viene individuata Teresa Borri Stampa, 37 anni, vedova dopo un anno del Conte Stefano Devio Stampa. È piacente, dai bei modi, discretamente ricca, è quello che ci vuole. I futuri sposi si conoscono e si piacciono. Non ci sono ostacoli.
1837 – Appare chiaro che Teresa vuole ricoprire il ruolo di moglie (e non di figlia aggiunta come la docile Enrichetta). Giulia è spiazzata. Non è più padrona sia nella casa del Morone, sia nella Villa di Brusuglio. Prima aveva un colloquio con la nuora, ora non più. Giulia si arrocca in uno sdegnato silenzio.
1839 – L’amore tra Cristina Manzoni e Cristoforo Baroggi, contrastato dal padre di lui, trova sbocco grazie alla vitalità di Giulia, che ancora si fa sentire.
27 maggio 1841 – Cristina Manzoni, si spegne penosamente: era bella, giovane, felicemente maritata. Giulia è distrutta. Va in cerca di conforto, ma non trova confidenti.
26 giugno 1841 – Da questo giorno Giulia è a letto per inappetenza, tosse, debolezza.
29 giugno 1841 – Giulia recita ad Alessandro uno degli Inni sacri.
30 giugno 1841 mattina – Giulia fa chiamare la servitù. Vuole salutare tutti, a uno a uno. Morirà il 7 luglio.
Il filo conduttore di questa cronologia è tratto dal volume di Marta Boneschi dal titolo “Quel che il cuore sapeva” edito da Mondadori.

Giulia Beccaria: Una donna Emancipata

Giulia Beccaria rappresenta un esempio di donna forte e virtuosa, che ha saputo destreggiarsi nell’angustia del suo tempo. Ci sono figure che prevaricano il contesto storico nel quale si sviluppano. Giulia Beccaria è una di queste. Ella ha dominato la leziosità dei suoi tempi. Il destino, in parte l’ha subito, in parte l’ha creato, forte della consapevolezza, fiduciosa nelle capacità.
Giulia è apprezzabile in quanto ci offre testimonianze che vanno oltre i dettami di una fede “manipolata”, che non arriva a scuotere i cuori se non minacciandoli. Lei invece, la fede la accetta e la costruisce. Giulia ci mostra la vera fede nella vita, che supera le soglie, gli interessi, gli ostacoli. Per questo ci attira.
Ci piacciono le sue emozioni per i grandi avvenimenti (le lacrime di commozione alla proclamazione della Repubblica Cisalpina nel 1796 e la grande festa a Brusuglio per celebrare il suo ripristino nel 1800), le sue scelte coraggiose (la decisione di chiedere la separazione da Pietro Manzoni e la vita al fianco di Carlo Imbonati), la sua determinazione (la dedizione per il figlio, la conversione al cattolicesimo), infine i suoi dolori e le angosce per i tardivi errori (se così si possono chiamare), come l’incapacità di valutare la seconda nuora o la sciagura incombente sulla nipote Giulietta, incautamente spinta verso Massimo D’Azeglio. Tutti possono sbagliare. Perciò Giulia Beccaria è tanto umana, presente, partecipe.

 

Giulia madre di Alessandro

Quanto può aver influito Giulia Beccaria nell’affermazione letteraria di Alessandro Manzoni? Tentiamo di stabilirlo. La madre capisce i ritmi di Alessandro,asseconda il figlio in tutto, con mosse ispirate a una sorte meritata. Viste le paure e le fobie del famoso quanto rinunciatario padre, Giulia non vuole che al figlio capiti qualcosa di analogo. Innanzitutto pensa di sistemargli le pendenze del cuore, se non quelle dell’anima. Sceglie per lui una giusta moglie e lo esenta dalle responsabilità della famiglia, forse eccedendo, arrivando a suscitare alcune indifferenze in lui che poi stoneranno. Gli copre le spalle lasciandolo solo a spaziare indisturbato con la sua letteratura, fiduciosa che riconoscimenti e affermazioni verranno. E non sbaglia. Distinguiamo in lei tre età, che corrispondono ai suoi grandi amori: l’età della spensieratezza e del trasporto giovanile per Giovanni Verri, l’età della rivalsa e del fulgore coincidente con l’amore per Carlo Imbonati, infine l’età del sacrificio e della dedizione per la gloria del figlio. Notiamo che il primo amore le ha dato un frutto nascosto, il secondo le ha elargito ragione e sicurezza. Da ultimo, la provvidenza, che ancora non conosceva, le ha donato un terzo amore, inaspettato (e perciò tanto più gradito), che l’ha sollevata dai rimorsi: quello per il figlio Alessandro.
Alessandro, dal canto suo, è attore nella prima scena, è allontanato nella seconda, rientra dirompente nella terza. Si riappropria della madre, la  trascina con sé lungo la via della conversione (indicata peraltro a lui da Enrichetta). Lui è estasiato di lei, lei si prodiga per lui. Lei lo copre di lodi, lo fornisce di mezzi, lo asseconda nelle inclinazioni, lo esaudisce nei desideri. Giulia è dunque la puntigliosa “artefice” del Manzoni che noi percepiamo, che è poi quello più superficiale, ma anche quello essenziale. In fondo, con la sua intromissione Giulia Beccaria determina la “possibilità” del Manzoni poeta e scrittore.

 

Le tre età diGiulia

Distinguiamo tre età in Giulia Beccaria, che in fondo corrispondono ai suoi tre suoi grandi amori: quella della spensieratezza e della seduzione giovanile per Giovanni Verri, quella della rivincita e del fulgore coincidente all’amore per Carlo Imbonati, e infine quella del sacrificio e della dedizione per la gloria del figlio Alessandro.

Aneddoti e note su Giulia Beccaria

GIULIA IN RELAX A GESSATE
1782 primi di ottobre – Giulia, promessa sposa, trascorre qualche giorno di relax a Gessate nella Villa Beccaria. Bastano pochi giorni a Giulia per farsi voler bene, tanto che lo zio Giulio scrive a Cesare: “Per altro è stato di sommo rincrescimento tanto a me quanto a mia moglie la partenza di donna Giulia, poiché l’amavamo come fosse nostra figlia ed ella ha delle prerogative di farsi voler bene, e certamente il signor don Pietro è ben fortunato d’aver una sì amabile compagna”.

GIULIA SENSIBILE E SAPIENTE
Giuseppe Gorani la ricorda così: “… aveva uno spirito adornato da una grande varietà di conoscenze, contribuiva molto, per la sua conversazione illuminata e per le grazie delle quali era provvista, ai piaceri che ci procuravano i suoi discorsi amabili e istruttivi”.

GIULIA: CORTESIA E GENTILEZZA
Sono significative le parole che Sebastian Falquet-Planta usa per darne conto ai genitori: “…questa affascinante Giulia, figlia del celebre Beccaria, molto bella, molto istruita, molto amabile, molto buona…  Non credetemi innamorato…”.

NOTA DI GIULIA SULL’AMICA SOPHIE (ALLA QUALE SENTE DI SOGGIACERE):
“Se è crudele di non essere affatto amata quando si ama è altrettanto tormentoso di esserlo malgrado sé stessi, ecco precisamente il mio caso di fronte a questa donna affascinante e unica per la quale ho e avrò sempre la più viva tenerezza, visto che per l’amicizia ahimè! Occorre la reciprocità!”

Walter visconti 

 

Verso la Nuova Manifestazione Storica
Numero 3-2008

Prosegue la marcia di avvicinamento alla Nuova Manifestazione Storica con l’analisi dei personaggi illustri collegati alla vicenda del Beccaria. In questo numero l’approfondimento è dedicato ad Alessandro Manzoni, il grande poeta italiano figlio di Giulia Beccaria.

 

Alessandro Manzoni (cronologia)

Credo che, parlando del Manzoni, convenga soffermarci un po’ più a lungo, anche perché non so quando un’occasione simile riapparirà sulle pagine del Dialogo.

La presente cronologia è ispirata al bellissimo volume “Immagini manzoniane” scritto e illustrato dal bibliofilo Marino Parenti, stampato nel 1942 in 150 copie numerate, di cui una è custodita nella biblioteca di Gessate. Un altro libro interessante, da cui è possibile attingere informazioni di prim’ordine è il volume “L’Officina dei Promessi Sposi”, edito da Mondadori, anch’esso presente nella nostra biblioteca. E da ultimo, ancora, cito il volume rielaborativo ed essenziale, che ruota attorno alla figura di Giulia Beccaria, intitolato “Quel che il cuore sapeva” scritto con vena appassionata dall’ottima Marta Boneschi, edito da Mondadori, che consiglio ai lettori amanti di intriganti biografie.  
20 settembre 1782 ­– Don Pietro Manzoni (46 anni), rimasto vedovo di Margherita Arrigoni, accetta di risposarsi con Giulia Beccaria (20 anni). Il contratto di matrimonio viene steso con la mediazione di Pietro Verri, d’accordo con Cesare Beccaria.
1784 – Giulia Beccaria mantiene la precedente relazione con Giovanni Verri. Rimane incinta. Le illazioni si sprecano.
7 marzo 1785 – Nasce Alessandro Manzoni nella casa di via San Damiano n° 20. (oggi Visconti di Modrone 16). Si dà per certo che la paternità sia di Giovanni Verri. Pietro Manzoni riconosce il figlio Alessandro, che viene mandato a balia per due anni nella Cascina Costa, sopra Malgrate, dove è allattato da Caterina Panzeri. È compagno di giochi del nipote di quest’ultima, Luigi Spreafico.
1788-1790 – All’età di due anni Alessandro torna a Milano accolto dalla madre Giulia che lo accudisce insieme alla zia smonacata Paola. Durante le villeggiature estive alla villa del Caleotto (dal nome della località presso Lecco, attualmente in via Amendola), di proprietà dei Manzoni, compie scorribande nei campi, assimila il paesaggio del lago, i viottoli tra i muriccioli, il convento dei frati cappuccini di Pescarenico, il profilo dei monti.
1791 – Nasce un sentimento tra Giulia Beccaria e Carlo Imbonati.
13 ottobre 1791 –
A sei anni, Alessandro, viene affidato ai Padri Somaschi del Collegio di Merate.

13 febbraio 1792 – Giulia Beccaria ottiene la separazione da Pietro Manzoni.
1800 – Alessandro Manzoni va ad abitare con il padre a Santa Prassede, poi via Fontana 14.
2 giugno 1800 Giulia e Carlo danno una grande cena nella Villa di Brusuglio per festeggiare il ripristino della Repubblica Cisalpina. “Tra quegli alberi frondosi, Giulia rivede Alessandro quindicenne, timido come il nonno Cesare, garbato come il padre Giovanni, intelligente come i Beccaria, acuto come i Verri” – così si esprime la Boneschi.
1801 ultimi mesi – Alessandro soggiorna al Convitto Longone a Milano. Legge la “Basvilliana”. Incontra Vincenzo Monti in visita al collegio e resta colpito dalla sua figura (“fu per lui come l’apparizione di un dio”).
1805 inizi Carlo Imbonati, in precarie condizioni di salute, suggerisce a Giulia di invitare a Parigi il figlio Alessandro. Vuole forse inserirlo nel circuito letterario parigino affidandolo al Fauriel.
15 marzo 1805 Carlo Imbonati muore per una “colica biliosa”.
1805 primi di luglio Alessandro, che non aveva risposto subito all’invito, parte per Parigi. Madre e figlio si riscoprono. Insieme si stabiliscono al n° 9 di rue Neuve de Luxemburg. Nasce un’intesa idilliaca, bellissima.
1805 – Alessandro Manzoni compone il carme “In morte di Carlo Imbonati” che è un capolavoro di stile (verrà pubblicato nel 1806), dedicandolo alla madre Giulia affranta dal dolore.
19 marzo 1807 – Muore Pietro Manzoni e istituisce Alessandro suo erede universale. Con la sua scomparsa la condizione di Giulia non è più così imbarazzante. Alessandro si ritrova un patrimonio suo, acquista più libertà, non avrà bisogno di consensi paterni per sposarsi.
1807 settembre – Giulia Beccaria intreccia i fili di un progetto matrimoniale per Alessandro. Fa in modo di trovarsi in vacanza a Blevio con Alessandro, ospite di Maddalena Sannazzari, nel periodo in cui la sedicenne Enrichetta Blondel (di famiglia calvinista) è nelle vicinanze ospite degli zii. I due giovani si incontrano e si piacciono. Alessandro è pieno di ardore. Si confida con Fauriel, dicendo tra l’altro: “C’è poi un vantaggio che è veramente unico in questo paese, almeno per me: non è nobile…”
6 febbraio 1808 Il matrimonio religioso tra Enrichetta e Alessandro è celebrato con rito calvinista, per motivi di opportunità.
1808 giugno I Manzoni si trasferiscono tutti e tre a Parigi in un hotel ammobiliato in rue des Bains Chinois n° 22. Alessandro partecipa ai “salotti” alla Maisonette. Enrichetta aspetta il primo figlio. Forse si sente un po’ sola, si pone la questione religiosa. L’incombente natalità fa meditare Alessandro sul mistero della vita.    
23 dicembre 1808 Nasce Giulia Claudia Manzoni (Giulietta), primogenita.
1809 fine Il disagio interiore di Enrichetta investe la famiglia Manzoni. L’iniziale ateismo di Alessandro, dovuto principalmente alla contrarietà verso i trattamenti giovanili subiti, inizia a scricchiolare. Alessandro scrive al papa chiedendo l’autorizzazione alla celebrazione del matrimonio con rito cattolico.
15 febbraio 1810 Viene celebrato il matrimonio cattolico tra Enrichetta e Alessandro.
22 maggio 1810 Avviene la conversione al cattolicesimo di Enrichetta Blondel nella chiesa di Saint Severin. Anche Alessandro (25 anni), guidato dal Eustachio Degola, trova la fede cattolica, e così pure Giulia Beccaria (48 anni).
2 giugno 1810 Padre Degola convince i Manzoni a partire per Milano.
1810 luglio – Giulia e i Manzoni si sistemano nella residenza di Brusuglio. Milano vive gli anni napoleonici.
1811 – Il fidato sacerdote Luigi Tosi, che padre Eustachio Degola aveva suggerito a Giulia di incontrare non appena fosse giunta a Milano, diventa il confidente di famiglia e si legherà ai Manzoni curando con assiduità i loro cuori. 
6 settembre 1811 – Dopo una gravidanza travagliata, Enrichetta partorisce Luisa Manzoni che sopravvive solo poche ore.
1813 – A fine luglio nasce Pietro Luigi, secondogenito (primo maschio)
1813 fine – I Manzoni acquistano un palazzetto in Contrada Morone a Milano (via Morone n° 1171, attuale n° 1).
marzo-giugno 1814 Le monarchie alleate occupano Parigi. Napoleone firma l’abdicazione nel castello di Fontainebleau. Il Lombardo-Veneto passa all’Austria.
1812-1815 – Il Manzoni compone i primi quattro Inni Sacri (La Resurrezione, Il nome di Maria, Il Natale, La Passione).
23  marzo 1815 Nasce il terzo figlio: una femmina cui viene dato il nome Cristina.
1816 – La morale cattolica impegna Alessandro. Attraversa un momento creativo ma anche di sofferenza, forse di depressione. Inizia la tragedia teatrale “Il conte di Carmagnola” (il lavoro si protrarrà fino al 1820). Enrichetta è sempre sfinita. Alessandro medita di tornare in Francia dall’amico Fauriel.
1817 marzo Giulia ed Enrichetta seguono con preoccupazione i disturbi che affliggono Alessandro (svenimenti, convulsioni, angosce). Alessandro insiste per un ritorno a Parigi. Tutto è deciso, ma all’ultimo arriva un veto governativo per cui nessuno può lasciare il Lombardo-Veneto. Alessandro si mette a letto. Giulia ed Enrichetta, contrarie al viaggio, tirano un sospiro di sollievo. Padre Tosi si frega le mani.
13 novembre 1817 Enrichetta partorisce Sofia, quarto figlio, una bambina chiara e bionda.
17 dicembre 1818 La Boneschi informa: “Muore a Como Giovanni Verri, ignorando quanto straordinario fosse quel suo figlio naturale. Dalla sua libreria spariscono cinque volumi di carteggi contenenti la corrispondenza con Giulia Beccaria”. (Una domanda irrisolta: Alessandro è a conoscenza della sua vera paternità?). 
6 giugno 1819 – Nasce Enrico Manzoni, quinto figlio.
14 settembre 1819 Il governo austriaco concede i passaporti, così Giulia può organizzare il nuovo viaggio. Una carovana di undici persone si muove alla volta di Parigi, dove arriva il 1° di ottobre.
1820 primavera-estate – Sorgono difficoltà parigine. La vita è cara. Giulia non sta bene. Alessandro non migliora. Il rientro a Milano prende corpo.
25 luglio 1820 La carovana Manzoni riparte per Brusuglio, dove giunge l’8 agosto. Ad attenderla il fratellastro Giulio, col quale Giulia Beccaria constata che “sono molto all’asciutto”.
Ottobre 1820-novembre 1821 – Stesura dell’”Adelchi”.
1821 – Alessandro Manzoni è in piena fase creativa. Il fertile periodo parigino dà i suoi frutti.
24 aprile 1821 – A Brusuglio il Manzoni inizia la stesura del romanzo storico che diverrà poi “I Promessi sposi”.
5 maggio 1821 Muore Napoleone a Sant’Elena. Il Manzoni apprende la notizia il 18 luglio. Nei due giorni successivi compone “Il cinque maggio”. La scrive di getto. Circolano subito copie manoscritte. Tutti conoscono in breve l’ode. Lo stesso Manzoni non sa capacitarsi del successo. 
12 agosto 1821 – Nasce Clara, sesta figlia del Manzoni.
Giugno 1822 – Pubblicazione del “Cinque maggio”. Goethe ne è entusiasta. Subito la traduce in tedesco.
1822 – Manzoni termina, dopo vari rifacimenti, il quinto inno sacro “La Pentecoste” (che aveva cominciato nel 1817).
17 settembre 1822 – Enrichetta partorisce Vittoria, settima figlia vivente.
1 agosto 1823 – La piccola figlia Clara, di due anni, muore di scarlattina.
17 settembre 1823 Alessandro termina la prima stesura di “Fermo e Lucia”. Enrichetta si sta consumando.
3 luglio 1924 – L’opera manzoniana, col titolo “Gli Sposi Promessi” supera la censura. Si può stampare.
18 marzo 1826 – Nasce Filippo Manzoni, settimo figlio vivente, dopo la morte di Clara.
15 giugno 1827 – Esce finalmente “I promessi sposi - Storia milanese del XVII secolo” in tre bei volumi, in duemila copie. In agosto l’edizione è esaurita. Le critiche sono disomogenee, ma in massima parte favorevoli. Il Manzoni, ancor prima di darlo alle stampe, è convinto della necessità di una completa revisione linguistica del testo. Per fare ciò ritiene necessario immergersi nella lingua parlata in toscana, in particolare a Firenze. Ancora una volta, la madre Giulia si attiva.
16 luglio 1827 – I Manzoni partono per la Toscana. A Firenze, Alessandro partecipa a incontri. Stabilisce contatti. Conosce il Leopardi ma “non ha un grande affiatamento”. Vive intensamente. È appagato. Ha trovato persone “delle quali abusa per la revisione della sua ‘tiritera’”.
1828-1829-1830 L’edizione del ’27 non produce utili. Circolano troppe edizioni pirata. In questi anni e in quelli seguenti, il Manzoni apporta le correzioni frutto della “risciacquatura in Arno” (una mole di rilievi e suggerimenti che arrivano man mano dai vari collaboratori). Si va concretando il testo definitivo de “I Promessi Sposi”.
13 luglio 1830 – Nasce Matilde, ottava figlia vivente di quella numerosa nidiata.
1833 Nella primavera fredda di quell’anno Giulia Beccaria fa sapere al fratello, che si trova a Gessate, che loro “sono ancora al fuoco”. Enrichetta, è sempre a letto acciaccata.
25 dicembre 1833 Muore Enrichetta, lasciando una voragine. Alessandro e Giulia sono nella disperazione.
1836 Alessandro si sente perso. Giulia Beccaria, con Luigi Rossari e Tommaso Grossi, individuano Teresa Borri Stampa, 37 anni, come possibile compagna del poeta. Teresa è una profonda ammiratrice di Alessandro Manzoni di cui ha letto il romanzo. Pare che abbia detto” Quest’uomo è fatto secondo il mio cuore”.
2 gennaio 1837 – Teresa e Alessandro si sposano. Alessandro è diviso tra la madre anziana, non più tanto utile, e la moglie che sgomita ma gli è gradita. La presenza discreta e schiva di Enrichetta è solo un ricordo.
1838 – “Alessandro sta bene, si alza presto, lavora assiduamente”.
1838-1839 – Due figlie si sposano: Sofia con Lodovico Trotti Bentivoglio e Cristina con Cristoforo Baroggi.
1839 – Il romanzo “I Promessi Sposi”, radicalmente rivisto, è pronto per la stampa, a dispense. L’illustratore principale è il pittore torinese Francesco Gonin. Il Manzoni lo definirà l’”ammirabile traduttore” della sua opera. Luigi Sacchi, pavese, coordina una equipe di incisori che tradurranno in xilografie su legno i disegni del Gonin. La ”Storia della Colonna infame” supera la censura.
Novembre 1840 – Appaiono le prime dispense del romanzo. In poco tempo vengono sottoscritte 4.000 copie. Nei mesi seguenti iniziano a circolare copie contraffatte: a Napoli, edite da Gaetano Nobile, a Parigi, edite da Claude Baudry.    
27 maggio 1841
Muore tristemente Cristina, bella, giovane, felicemente maritata.

7 luglio 1841 – A settantotto anni di età , Giulia Beccaria se ne va per sempre.
Novembre 1842 – Dopo due anni dalla prima uscita, viene pubblicata l’ultima dispensa (la centoottantesima) de “I Promessi Sposi”, venendo a formare un volume di 864 pagine. Le copie stampate sono 10.000 (come da contratto). Quelle vendute 4.600. A conti fatti i ricavi risultano inferiori agli esborsi per il Manzoni di ca. 100.000 lire, cifra ragguardevolissima.
31 marzo 1845 – A Verano, nella Villa Trotti, tra le braccia della sorella Vittoria, muore Sofia, a soli 27 anni, che aveva sposato Lodovico Trotti Bentivoglio.
27 settembre 1846 – Vittorina sposa Giovanni Battista Giorgini.
18-23 marzo 1848 – Il Manzoni vive la grande emozione dell’insurrezione milanese. Il figlio Filippo, partecipa alla rivolta, viene fatto prigioniero, portato a Kufstein, ritorna a casa verso la metà di giugno.  
1848-1850 – Dopo gli avvenimenti del ’48, la famiglia Manzoni trascorre due anni a Lesa, sul Lago Maggiore, nella Villa posseduta da Teresa Stampa. La maggiore attrattiva del soggiorno è rappresentata dalla vicinanza del sacerdote-filosofo Antonio Rosmini che risiede a Stresa.
10 dicembre 1853 – Muore Tommaso Grossi al quale il Manzoni è legato da profonda amicizia.
1 luglio 1855 – Muore Antonio Rosmini. Il Manzoni assiste il suo grande amico negli ultimi giorni, il cui testamento spirituale è: “Adorare, Tacere, Gioire”.
Marzo 1856 – La figlia Matilde, malaticcia, muore a Pisa, dove si era trasferita seguendo Vittoria.
5 giugno 1859 – Seconda Guerra d’indipendenza. Gli austriaci escono definitivamente da Milano.
15 febbraio 1860 – Il re riceve personalmente il Manzoni e gli propone la nomina a senatore.
18 febbraio 1861 – Si raduna a Torino il primo parlamento del Regno d’Italia. Il Manzoni è presente.   
17 marzo 1861 –
Proclamazione del Regno d’Italia.
23 agosto 1861 –
Muore Teresa Stampa, tra le braccia del marito, dopo molti anni di sofferenze.

Marzo 1862 – Garibaldi fa visita al Manzoni nella casa di via Morone a Milano.
1868 – Il figlio Filippo, oppresso dai debiti, muore in miseria lasciando quattro figli.
30 giugno 1868 – La contessa Maffei accompagna il Verdi in visita al Manzoni.
6 gennaio 1873 – Recandosi alla messa in San Fedele, il poeta cade malamente sui gradini della chiesa battendo la testa. Da quel giorno la sua mente va rapidamente decadendo.
28 aprile 1873 – Muore il figlio Pietro Luigi. Il Manzoni si trova in condizioni mentali precarie, ma in un momento di lucidità si rende conto di quest’ultima sventura toccatagli e dice: “Oggi mi è rinvenuto il senno ma mi è venuto un gran dolore”.
22 maggio 1873 – Muore Alessandro Manzoni, alle 6 di sera, nella sua casa di Milano.
23 maggio 1873 – La salma viene esposta nella sala del Consiglio Comunale.
29 maggio 1873 – La cerimonia funebre viene celebrata in duomo. Vi partecipa una grande folla. Un corteo interminabile segue le spoglie dell’amato poeta milanese che sono tumulate al Cimitero Monumentale.
22 maggio 1874 – La “Messa da Requiem” alla quale Verdi sta lavorando da anni, viene dedicata alla memoria del Manzoni, ed eseguita per la prima volta nel primo anniversario della morte nella chiesa di San Marco a Milano, al mattino, e alla sera alla Scala, diretta personalmente dal grande musicista.

Il capitolo D’Azeglio

Nel maggio 1831, il cadetto Massimo D’Azeglio è ben intenzionato ad entrare nella famiglia Manzoni, e chiede la mano della primogenita Giulia Manzoni. La cosa inizialmente sembra fallire per il netto rifiuto di Giulietta. Per contro, nonna Giulia Beccaria è convinta che tutto sommato, Massimo rappresenti un buon partito e interviene per cercare di convincere la nipote ventiduenne a sposarlo. Emerge una volta di più il carattere deciso di Giulia Beccaria. Le nozze si celebrano in San Fedele a Milano. A Giulia non è servita la sua lunga esperienza di vita, è caduta essa stessa nel tranello abilmente teso da Massimo D’Azeglio (Tra l’altro, l’insistente Massimo non vale gran che come poeta, poiché quando sottopone alcuni suoi versi al suocero Alessandro, questi non può fare a meno di dire “In propi minga bei”). Nell’agosto del 1834, Giulietta Manzoni, dopo un parto prematuro, si ammala. È già di natura fragile, inoltre sa di essere tradita dal marito e detestata dall’ignorante suocera Cristina. In breve le sue condizioni si aggravano. Il 20 settembre 1834, Giulietta Manzoni muore a Brusuglio. Quando il “buon povero Massimo” scrive le 550 pagine dei “Miei Ricordi” liquida la triste vicenda in due righe: “Mi stabilii a Milano, vi passai dodici anni, vi comprai casa, vi presi moglie, vi formai una famiglia” e non nomina neppure la moglie. Un bell’elemento quel Massimo D’Azeglio! Dopo la morte di Giulietta, Massimo D’Azeglio non è più ben accolto dai Manzoni. Il commento finale di Marta Boneschi sul capitolo D’Azeglio è emblematico: “Quel giovane che era entrato in casa Manzoni nel 1831 ha portato solo tristezza e divisioni, per perseguire il suo successo personale. Giulia, Alessandro ed Enrichetta si erano lasciati vincere dalle sue lusinghe. Più lucido di tutti, forse, è stato Camillo Benso Conte di Cavour, che avendolo conosciuto una volta, nel suo dialetto aveva borbottato: “A l’è na ciula”.

Della modestia del Manzoni

Lo Stoppani si pronuncia: “Era sprezzante di lusso e vanità, che snervano le forze morali dell’uomo e ne sfruttano miseramente l’ingegno”.

Difficoltà e ingerenze parigine

1820. La vita a Parigi si rivela più costosa del previsto. Giulia ottiene un prestito. Rinuncia a vendere la casa di via Morone. Milano è preferibile a Parigi per una serie di motivi: scarsi miglioramenti della salute di Alessandro (che è sempre sostenitore dei cambiamenti d’aria perciò ritornerebbe a Milano), difficoltà nelle pratiche religiose, mancanza di sicurezza sulle strade (ci sono i piqueurs che minacciano di sfregiare le donne con punteruoli o coltellini). Inoltre si alterano i toni nella corrispondenza tra Padre Tosi e Giulia Beccaria. Tosi esagera nelle ingerenze, è stizzito perché i Manzoni ritardano a decidere il rientro. Giulia replica che devono dar tempo ad Alessandro. Tosi insiste fino a diventare opprimente. Rivolgendosi ad Alessandro, lo avvisa di non lasciarsi influenzare dalla madre. Al che Giulia, risentita, replica a Tosi di rivolgersi a lei quando deve dare degli avvisi, perché solo lei ne ha bisogno. Inoltre, l’implacabile Giulia, gli rinfaccia che da una persona come lui sperava di ricevere consolazione. 

 

Giulia Beccaria in punto di morte

La Boneschi racconta: “ A un certo punto, quello stesso giorno sembra che Giulia non respiri più. Il medico la dichiara morta, saluta e se ne va, mentre Alessandro e i suoi figli si ritirano nelle loro stanze, forse con sollievo perché ora possono dormire un po’. A vegliare la salma restano due domestici. Fa caldo. A un certo punto uno dei due apre una finestra per respirare un soffio d’aria fresca. A quel soffio Giulia si sveglia e chiede un bicchiere d’acqua”. Morirà il giorno dopo il 7 luglio 1841.

I rai fulminei

Giugno 1800. Il Manzoni partecipa alla Scala ad una serata di gala in onore di Napoleone dallo stesso palco in cui si trova la contessa Cicognara di Bologna, nota per la sua opposizione al dittatore francese, e fatta oggetto da parte di quest’ultimo di sguardi intensissimi in segno di sfida. In merito a questo evento, Alessandro già allora confessava: “Che occhi aveva quell’uomo!”

L’edizione definitiva de “ I Promessi Sposi” del 1942

Fin dal viaggio in Toscana del ‘27, il Manzoni sta preparando il nuovo testo de “I Promessi Sposi”, ma diverse vicende famigliari (la morte di Enrichetta, della figlia Giulietta, il matrimonio con Teresa Stampa) ritardano la rivisitazione del romanzo. L’edizione del ’27 (Ventisettana) aveva avuto grande successo. Molti librai, anche pressati dal pubblico, avevano stampato e venduto edizioni clandestine. Per evitare che ciò si ripeta il Manzoni pensa di introdurre alcune novità: la pubblicazione a fascicoli, l’introduzione di illustrazioni, e da ultimo l’aggiunta della “Storia della colonna infame”. Su consiglio della moglie, di Tommaso Grossi e del D’azeglio si assume in proprio l’onere della nuova edizione, sceglie illustratori, incisori (finanziandoli personalmente), cura il piano editoriale. Le aspettative sono di “guadagnare almeno il triplo”.

L’ira dei Blondel

Nella seconda metà del 1810 un nuovo turbine attende Giulia Beccaria a Milano. La madre di Enrichetta dà in escandescenze quando apprende della conversione della figlia al cattolicesimo. Succede il finimondo. Dopo un po’ la posizione della madre di Enrichetta si ammorbidisce. Però Giulia, ritenuta responsabile (a torto) della “trama”, viene messa al bando dai Blondel. Ma Giulia non si scoraggia, è abituata a queste cose. Reagisce come sempre con coraggio e dignità. “Tira là”, – come usa dire lei stessa. 

 

Tenerezza

Nel 1807 “Giulia Beccaria medita allora di progettare il suo futuro del figlio. Ma Alessandro, fin dall’adolescenza si era proclamato contrario al matrimonio. Giulia capisce che deve condurlo lei stessa nella direzione giusta, ma con cautela. Il pastore zurighese Johann Kaspar Orelli racconta un episodio che lui stesso ha udito da Alessandro: “Giulia si fece leggere dal figlio un idillio di Gessner in cui è descritta vivacemente la felicità di un padre di famiglia. Questa lettura commosse il giovane Manzoni, che intuì l’intenzione della madre. Una delle sue calde lacrime cadde sull’incisione e la madre la fece poi incorniciare con un cerchietto d’oro. Questo è spingere molto lontano la sensibilità, ma è un bel tratto”.

Vendita del Caleotto

Nel 1818 il Manzoni è costretto a disfarsi della villa del Caleotto. Dunque vi si reca per soggiornarvi un’ultima volta e per liquidare i “mezzajuoli”. Al che scopre che quasi tutti gli erano debitori, e di somme ragguardevoli per quei tempi, fino a tremila lire milanesi, e che qualcuno, benestante, avrebbe anche potuto pagare. Che fa il Manzoni? “Tiriamo una riga su tutti e su tutto, e non se ne parli più: perdono generale!”. Da questo episodio emerge un carattere generoso e deciso, non tanto timido e parsimonioso come alcuni lo descrivono. 

Walter Visconti